Il Sindaco, alla luce della recente situazione di emergenza legata alle misure di contenimento per il rischio di diffusione del coronavirus, e a seguito delle richieste che arrivano dalla cittadinanza, volte a stimolare azioni di disinfezione e sanificazione delle strade e delle piazze, ritiene importante precisare e rendere partecipi i cittadini di alcune importanti comunicazioni pervenute da organi istituzionali nel merito di tali interventi.
Considerando le modalità di contagio del virus, così come riportato dalle linee guida del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore della Sanità, la migliore misura di prevenzione resta, senza dubbio, la totale assenza di contatti sociali e, quindi, la limitazione delle uscite da casa se non per motivi di primaria necessità, così come previsto dalle disposizioni regionali e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Gli interventi di sanificazione e disinfezione delle strade pubbliche, dei marciapiedi e delle piazze, ad oggi non trovano alcuna ragione scientifica né tantomeno giuridica.
Partendo da questa considerazione, occorre considerare come il virus non si diffonde nell’ambiente, ma al massimo permane, per poche ore, sulle superfici contaminate da liquidi biologici infetti.
Ma, anche in questo caso, si tratta di superfici coperte come ad esempio all’interno di un edificio (vedasi protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 14.03.2020).
Il principale vettore di contagio e diffusione del virus resta pertanto l’uomo.
Fonti autorevoli e istituzionali hanno evidenziato l’inefficacia dei trattamenti di disinfezione evidenziando, addirittura, come l’utilizzo dei prodotti a base di candeggina o diluite con ipoclorito di sodio possa determinare una irritazione delle mucose ed esporre ad ulteriori problemi respiratori ed alla formazione di sottoprodotti volatili estremamente pericolosi oltre che inquinamento ambientale, danno alla qualità delle acque superficiali e sotterranee e compromissione della funzionalità degli impianti di trattamento acque fognarie (vedasi documento ufficiale ISPRA del 18.03.2020).
Inoltre, alla data odierna, non si riscontrano direttive ministeriali o regionali che impongano e/o suggeriscano alle Amministrazioni comunali di predisporre azioni di questo tipo.
Anzi tali pratiche sono sconsigliate sia dalla Regione Piemonte che dall’Arpa Piemonte e dall’ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale).
Sulla base di quanto espresso si è, pertanto, ritenuto inutile e senza giustificazione la programmazione di interventi di sanificazione di luoghi aperti, non esistendo alcuna evidenza scientifica che questi riducano il rischio di contagio e di diffusione del COVID19.